Ciao, buona domenica e grazie di essere qui. Controra si legge con calma, è una newsletter a lunga conservazione, e quindi: sei in panciolle sul divano e vuoi compulsarla tutta? Va bene. Vuoi tenertene un pezzetto per il prossimo tragitto sul tram? Va bene lo stesso. Mettiamo della musica rilassante e iniziamo, oggi si va per fiumi.
4 chiacchiere (sul “perdersi” per ritrovarsi)
Come dicevo tempo fa, viviamo in un mondo che se non ha un tutorial o una spiegazione per tutto è perduto. Agevolo esempio:
Ma anche che ci spinge a incasellarci in categorie precise, come se appiccicarsi in fronte un’etichetta fosse l’unico modo per presentarsi agli altri. Chi sono io? Sono una (triste) funzionaria di un’amministrazione pubblica? Certo che sì, lo sono dagli anni 90, ma non permetto che questo mi definisca. Sono una madre? Ovvio, in ogni cellula che mi compone, ma mi rifiuto di essere categorizzata così, orrore! Sono una ex ragazza di città trapiantata in provincia? Moltissimo, con tutto ciò che ne consegue, ma questo non basta a dire tutto di me. Insomma, trovare un cappello che mi calzi perfettamente è sempre stato molto difficile, finché non ho trovato scritta, nera su bianco, la definizione più simile a quello che da qualche anno impiega il mio tempo in maniera davvero totalizzante e in cui mi riconosco di più.
"Ma c'è ancora chi va a caccia di link buoni"
Questa è una frase di Simone Sbarbati nella prefazione a Perdersi in rete. Guida pratica per persone curiose di Rocco Rossitto, pubblicata in occasione del decennale dell’imperdibile newsletter Una cosa al giorno, e ti consiglio di leggere entrambe se vuoi sperimentare anche tu il gusto della scoperta casuale. Come funziona il mio perdersi in rete, che poi è ciò che da vita a questo spazio che cerca di sfuggire alle dittature degli algoritmi? È come trovarsi davanti a un fiume pieno di sassi affioranti: devo arrivare dall’altra parte e riprendere il sentiero, ma ogni sasso su cui salto mi fa scoprire scorci nuovi, prospettive inedite, trasparenze che nascondono creature anfibie e rametti fluttuanti caduti in acqua chissà dove, qualche oggetto perduto da altri camminatori e altri sassi si cui saltare, e così via. Un percorso che poteva terminare in pochi salti, si è dilatato regalandomi inaspettate ricchezze, che io poi ricompongo in un racconto per te, che sia il più chiaro possibile e che possa servirti da mappa o ispirazione per le tue esplorazioni.
Ti mostro come mi sono persa ultimamente, dentro e fuori la rete. Ho guardato Anatomia di una caduta, il film Palma d’oro al Festival di Cannes 2023 e candidato all’Oscar. Cosa è vero? Quanto contano i punti di vista nel definire questa verità, quanto la verità è influenzata dai racconti che si adattano alle circostanze e dalla stessa lingua che utilizziamo? Una tragedia dell’incomunicabilità e dell’ambiguità. Leggendone in rete, passando da una recensione all’altra, sono capitata su un altro film, anche questo in lizza per gli Oscar. American fiction, è una satira pungente e strepitosa di un certo politically correct bianco e auto-percepitosi coltissimo, degli stereotipi e dei meccanismi del mondo dell’editoria e del cinema, per i quali la formula vincente è solo quella che asseconda le necessità (presunte) del pubblico, o che “triggera” o segue la scia. Li trovi entrambi su Prime Video.
(Nascondere quello che siamo - parla anche di questo - o non sapere come nominarlo se non è incasellato in una categoria specifica e che risponde a una fetta di mercato o a una necessità o a qualche “ismo”, e torniamo al discorso di prima, vedi?). A proposito di Oscar, qualche giorno dopo ho ascoltato questa puntata di Fare un fuoco dedicata proprio a Hollywood, luogo di sogni, aspirazioni, finzioni e delusioni, e da qui a riguardare Viale del tramonto il passo è stato davvero breve.
Sapessi le ore che ho trascorso saltellando su tutti i “sassi” disseminati nel film, dalle curiosità sulle fotografie di scena, che ritraevano la stessa Gloria Swanson, alla mitica Isotta Fraschini 8A, 1929 che si trova qui, a connessioni inaspettate con un libro amatissimo che ora ho voglia di rileggere:
E poi ho ripescato una frase che avevo letto nel capitolo dedicato a Los Angeles di Sparire qui di Marta Ciccolari Micaldi, uno dei libri più belli che ho letto nel 2023, e che mi chiamava come una sirena (ci sono anche loro, tra le acque del fiume):
“Lo Strip, lo chiamano ancora così, quel pezzo di Sunset Boulevard lungo un po’ più di un miglio, dove lo slancio di una semplice curva su una semplice collina cambiò l’andamento dell’intera storia dei miti dell’Occidente.”
Infine immagina altri salti in rete, alla ricerca di immagini e fatti legati ai luoghi del libro…insomma, è un processo potenzialmente infinito, che a volte richiede anche una certa disciplina per disciplinarlo e non farsi fagocitare. Ma è un perdersi fecondo, per ritrovarci in posti che ignoravamo e che invece ci assomigliano perché, se sei discretamente allenata a fiutare i percorsi giusti, difficilmente sbaglierai strada.
Cose da cliccare, guardare, gustare, salvare
(metti che i link di prima non fossero sufficienti!)
Serie tv: a volte la ricerca porta anche in posti spaventosi, ma che non possiamo ignorare o dimenticare.
The woman in the wall, con una Ruth Wilson da premio, racconta la storia terribile di una donna sopravvissuta (termine che non scelgo a caso) a una Casa Magdalene, quei conventi irlandesi dove venivano tenute sostanzialmente in schiavitù e abusate bambine e ragazze considerate problematiche. Qui puoi approfondire un po’, se te la senti. Sappi che, ancora oggi, il governo irlandese si rifiuta di desecretare atti e documenti di questo scempio, venuto alla luce grazie alla scoperta di fosse comuni, di quelle donne e di molti dei loro bambini, lasciati morire se non idonei a una lucrosa adozione (ne approfitto per dire: vive la France!). La trovi su Paramount +.
Adesso però ti meriti qualcosa di più leggero e “svuota mente”, mi rendo conto.
Cobra è un political drama con protagonista un discreto Robert Carlyle (non il migliore del cast) nei panni del Primo Ministro britannico a cui succede DI TUTTO, oltre l’inverosimile (o forse no? speriamo eh, che qua ormai ci aspettiamo la qualunque).
Le nl degli altri: Bestiale di Leonardo Mazzeo è una scoperta recente che mi piace moltissimo, piena di curiosità e fatti su animali spesso pucciosissimi. Nell’ultima uscita ho scoperto un’inaspettata concordanza tra me e i lamantini, che cercano e trovano l’amato calduccio dell’acqua facendo il minimo sforzo possibile, cioè evitando di migrare, e dormono solo con metà cervello. Praticamente io.
Podcast:
Scrigno è un podcast di quattro audio percorsi alla scoperta del Museo Poldi Pezzoli di Milano che, proprio come un scrigno, racchiude le collezioni di dipinti, sculture e arti applicate donate dal nobile milanese Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879) alla cittadinanza. Io ci sono stata anni fa, ma dopo l’ascolto voglio ritornarci assolutamente.
E ora i consueti link, su cui saltellare con me:
libri ricamati
e pesci
ma perché non curiosare nel museo dei tostapane
o in oggetti che ritornano, come le spalline
o in queste mappe letterarie 😍
Long read: la scienza su ricerche e salvataggi (metti che ci perdiamo in quel fiume…)
so già cosa mi direbbe Miranda Priestley, ma concorderai con me che sulle recenti passerelle abbiamo visto cose che generano perplessità. In mio soccorso giunge il NYT.
E finiamo, come sempre, con uno screenshot: Robert Frost mi conferma che su quei sassi che ci portano altrove vale proprio la pena saltare:
Ci rileggiamo nella stanza degli ospiti, prestissimo. Stammi bene🌸
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E se vuoi scrivermi io rispondo sempre, mica come chi lo dice e non lo fa!