Accomodati nella dépendance di Controra. Te l’hanno inoltrata? Puoi iscriverti qui.
In questo spazio troverai racconti di vite che hanno cambiato direzione, di idee e piani che, a un certo punto, hanno preso una forma diversa. Qui si rifugge la retorica del se vuoi puoi, perché la vita è questione di scelte ma anche di 🍑. Vuoi raccontarmi la tua storia? Scrivimi!
“Ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai è ciò che diventi.”
Eraclito
Ti ho parlato di lui nella scorsa Controra e sono davvero felice di averlo qui oggi: Rocco Rossitto è il creatore di Una cosa al giorno, il luogo perfetto per chi, come me, ama perdersi tra le scoperte casuali di cose meritevoli. Ma non solo. Oggi la mia stanza degli ospiti diventa il luogo dove conoscerlo meglio e dove comunicare anche una fantastica notizia in anteprima MONDIALE (non è vero, ma io sono contenta come se).
Ciao Rocco, accomodati e raccontaci la tua storia e il tuo momento di “svolta”.
La mia bio attuale recita come frase d’apertura: Ho avuto quarant’anni, ma poi ho smesso. È un modo di presentarmi che mette prima la persona rispetto al job title. Non è detto che sia un bene, evidentemente, ma trovo molto noioso identificarsi col proprio lavoro. Preferisco raccontare più una attitudine che una competenza. Ecco io sono uno che ha avuto quarant’anni. Poi ci sono un sacco di altre cose così diverse tra loro che non c’è un filo conduttore se non quello di cambiare spesso e volentieri. Ho cambiato scuole: alle elementari, al liceo, all'università. Ho cambiato generi musicali quando ero adolescente e ora cambio spesso i tipi di prodotti culturali da fruire. Ma ecco, cambio anche colazione, modo di vestire, taglio di capelli: non ho una routine. Ho cambiato città. Ma non persona con cui sto da vent’anni e qualche giorno. Ho cambiato - beh facile facile - vari lavori. Ora rimetto il resto della short bio: al lavoro di advisor e consulente di comunicazione freelance, affianca interventi in convegni di settore, in corsi di formazione, in master universitari. Insegna Storia e Teoria dei Nuovi Media presso Abadir, Accademia di Design e Comunicazione Visiva a Catania. Dal 2014 cura "Una cosa al giorno", una longeva newsletter per persone curiose; nel 2023 ha pubblicato Perdersi in Rete. In realtà ci sarebbero un altro po’ di robe da dire, ne metto una: Micros, un festival piccolissimo.
Ti interrompo perché voglio approfittarne per una pubblica confessione: per carattere io non invidio mai il talento e le idee di nessuno ma su Micros ho vacillato perché penso sia una delle cose più belle in cui mi sia imbattuta negli ultimi anni, per la sua essenzialità che condensa una moltitudine di riflessioni e spunti. Consiglio a chi ci legge di recuperare la terza stagione, che ha preso la forma di un podcast davvero prezioso.
Ehm, grazie! La cosa mi mette in imbarazzo, non lo nego, ma mi fa anche molto felice. Questi progetti vivono soprattutto di questi scambi. Per tornare a quel che stavo dicendo, ho una storia di cambiamenti continui, non di svolte epocali. Ho veramente cambiato tanto, dagli studi alle passioni, ai lavori. Però qui voglio raccontarti due recenti cambiamenti. Il primo riguarda Una cosa al giorno. Il 24 marzo scorso ha compiuto dieci anni. Dieci lunghissimi anni in cui, fondamentalmente, questa newsletter è stata una email semplice semplice con un titolo, una riga di testo e un bottone clicca. Un punto di partenza per far scoprire cose nuove che scovo in rete. Bene, per i dieci anni, qualche giorno fa dicevo, ho deciso di cambiare per non morire. Da un anno circa ho pensato a come avere la voglia ancora di mantenere questo dialogo aperto fatto di link e serendipità e questo modo era lì, dietro l’angolo, che mi aspettava da tempo. Adesso Una cosa al giorno non è più solo una newsletter è un generatore di link per persone curiose che ogni giorno, in home page, pubblica un link e uno solo. In maniera casuale, da una lista molto corposa di “cose” che ho messo dentro. Alcune sono del passato, altre “nuove” (magari scoperte da poco). Da qualche mese quindi popolo questo database. Adesso Una cosa al giorno è di tutti, non solo di chi è disposto a ricevere una email ogni mattina. Ma l’amore per la newsletter, per l’invio e il confronto, quello rimane. Rimane cambiando forma. La newsletter di Una cosa al giorno ha adesso una cadenza irregolare, con degli approfondimenti, con dei contributi esterni. Rimane, cambiando. Ecco per me cambiare vuol dire avere ancora voglia di fare.
L’altro “cambio” che voglio raccontarti riguarda la scrittura. Io scrivo dai tempi del liceo (in forma privata), per poi passare a collaborazioni con portali web e giornali dai primi anni dell’università. E ancora scrivo per lavoro con le consulenze, per piacere nei blog e nelle newsletter. Una volta per un progetto che si chiamava Gallizio Lab dissi “io non voglio fare lo scrittore, voglio scrivere”. Per me la scrittura non è solo parola scritta, ma anche immagini sia statiche che in movimento. Ma la parola scritta è sempre stata al centro. Mai però ho voluto scrivere libri. Nella mia bio di Twitter per circa 6-7 anni c’era indicato “Non ho scritto nessun libro”. Beh, nel giro di un anno ho cambiato idea ne ho scritti due. Il primo autoprodotto e legato a Una cosa al giorno. Si chiama Perdersi in Rete. Guida pratica per persone curiose. È una sorta di guida turistica per Internet, ovvero un elenco di luoghi raccontati in rete. Ci trovi oltre 250 link per stimolare la serendipità. È disponibile in formato digitale in maniera gratuita (scaricatelo!) o se si vuole l’edizione cartacea, c’è un link per acquistarla.
Ma non finisce qui, il prossimo 9 aprile, questa volta per Apogeo (gruppo Feltrinelli), pubblicherò un piccolo saggio sulla comunicazione. Il titolo è Dire qualcosa non vuol dire avere qualcosa da dire. Dentro ci sono un po’ di riflessioni maturate sul campo in tanti anni di attività. Per dirla in breve (e autocitarmi): "Queste pagine sono un campanello d’allarme pronto a risuonare ogni qualvolta pensiamo che qualcosa di nuovo sia automaticamente sinonimo di utile e in parallelo quando pensiamo che il “si è sempre fatto così” sia sinonimo di funzionamento perfetto. Un invito forte e chiaro a essere assenti se non si è in grado di essere importanti, ed essere importanti dove si decide di essere presenti.”
Ecco questi sono due cambiamenti non epocali, ma personali, importanti perché rompono una “routine”, una abitudine, una situazione di stabilità. Cambiare serve a dare movimento, a sbagliare, a sentirci vivə.
Non potrei essere più d’accordo, la scelta che ho fatto quasi un anno fa andava proprio in questa direzione. E lasciami anche dire che apprezzo molto, filosoficamente direi, la scelta di trasformare Una cosa al giorno in un luogo diverso, dove bisogna “andare” per trovare, fare un po’ di strada e una piccola fatica in più ed essere premiati con una scoperta. Sono sempre più convinta che dovremmo dedicare le nostre energie a una fruizione meno passiva dei contenuti che gli algoritmi ci portano a scrollare compulsivamente, ritrovare lo spirito dei blog e il gesto della scelta, un po’ come si fa aprendo un libro.
C’è qualcuno che oggi vorresti ringraziare?
Una su tutte, Laura.
E qualcuno che invece no?
Ti direi “ciarlatani e truffatori” citando Franco Battiato in Inneres Auge.
Pensa a un oggetto, un luogo, una parola, una foto, insomma qualsiasi cosa che simboleggi la tua storia.
Ogni tanto quando sono particolarmente di buon umore penso a cosa vorrei fosse scritto al mio necrologio o nella lapide che in realtà non voglio avere. Tipo: “Aveva sempre fame”; “Si fidava, ma non di te”; “Ha avuto X ANNI, ma poi ha smesso”, “Rocco, ma non troppo” e altre cose “divertentissime” che non appuntandole ovviamente ho dimenticato. Ecco, non ho la più pallida idea di cosa simboleggi la mia storia (non sapendo manco qual è la mia storia), ma se c’è una costante, qualcosa che dura nel tempo, che si è evoluta in meglio, è l’ironia e soprattutto l’auto-ironia.
Consigliaci l’ultima cosa che ti ha veramente colpito: un libro, un viaggio, una serie tv, un film, una canzone, quello che vuoi.
Immergersi nel mondo, nei suoni e nella lingua di Daniela Pes attraverso il suo album Spira. Questo 2024 è iniziato per me col suo concerto a Catania il 3 gennaio: molto forte, potente, mi ha emotivamente stordito. Così l’ho ascoltato per un paio di mesi in loop e mi ha accompagnato in una passeggiata molto densa di ricordi personali fatta a Bologna (città dove ho studiato per un po’ all’università) e dove non tornavo da anni.
Rocco, ti ringrazio di cuore di avermi dedicato del tempo e ti auguro il meglio per tutto ciò che arriverà; ti chiedo un’ultima cosa: dai un consiglio a chi si trovasse in una situazione simile alla tua o che daresti al te stesso del passato.
Al me stesso del passato direi di continuare così, che è meglio avere più rimpianti che rimorsi. Che per ora ne è valsa la pena.
E grazie anche a te di avermi letta in questo sabato pre-festivo (ma tanto pare che il tempo sia brutto un po’ovunque, quindi magari eri lì che ti annoiavi). Ti ricordo, come sempre, che la prossima stanza potrebbe ospitare la tua storia, se ti va; ma puoi anche suggerirmi di invitare qualcuno che ne abbia una davvero imperdibile!
Noi ci rileggiamo ad aprile, con una full immersion nei miei acciacchi. Portati un antidolorifico. A presto!
Controra è gratuita, ma se vuoi supportare le mie spese oculistiche per le diottrie perse in anni di ricerca di contenuti, puoi sempre fare quella cosa del caffè (se cogli la citazione ti voglio molto bene!)
E se vuoi scrivermi io rispondo sempre, mica come chi lo dice e non lo fa!