Accomodati nella dépendance di Controra. Te l’hanno inoltrata? Puoi iscriverti qui.
In questo spazio troverai racconti di vite che hanno cambiato direzione, di idee e piani che, a un certo punto, hanno preso una forma diversa. Qui si rifugge la retorica del se vuoi puoi, perché la vita è questione di scelte ma anche di svolte fortunate. Vuoi raccontarmi la tua storia? Scrivimi!
“Non puoi tornare indietro e cambiare l'inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale.” Joy Davidman
Ciao, buona domenica.
Poco meno di due anni fa, con queste righe che leggi, iniziava il percorso che mi avrebbe portata prima a immaginare di scrivere una newsletter, poi a scrivere Controra, e poi a aprire questo spazio della Stanza. Valentina Aversano, che seguivo da tempo sui social e che trovi anche qui, aveva lanciato la prima edizione delle sue masterclass su blog e newsletter e, per una di quelle congiunzioni astrali fortunate che ogni tanto capitano, aveva intercettato perfettamente un mio bisogno: trovare un modo di dare un senso alla mia passione per la condivisione, senza continuare a disperderla nei rivoli effimeri delle storie di Instagram. Detta così può sembrare facile, ma poche persone hanno la capacità di mostrarti quello che potresti essere, liberandoti dalla sindrome dell’impostore e dal pensiero “perché mai qualcuno dovrebbe leggermi”. Valentina mi ha mostrato che il cambiamento che cercavo poteva concretizzarsi, e l’ha fatto nel suo modo speciale, che penso derivi anche dal fatto che lei stessa è stata protagonista di un cambiamento gigantesco. E quindi, eccola qui, con tanta emozione da parte mia e un po’ di quell’ansia che non provavo dai tempi della scuola 😅.
Ciao Valentina, accomodati e raccontaci la tua storia.
Cara Stefania, grazie davvero a te per l’invito a Controra. Se fossi una serie tv e dovessi fare il riassunto delle puntate precedenti della mia storia, ti direi che io sono sempre stata una persona che tende a ficcarsi nel tunnel del Bianconiglio, fino a quando non ne esce grazie a un tasto salvavita interiore che a un certo punto inizia a suonare come un allarme. Per dieci anni sono stata la responsabile della comunicazione digitale di una casa editrice indipendente e mi sono buttata in questa avventura senza mettere mai paletti: ero felice di non avere sabati e domeniche liberi, di rispondere a un commento social alle undici di sera, di saltare da una fiera all’altra e soprattutto di stare con la testa sempre un po’ altrove, in allerta, con le dita sempre pronte a scattare sul telefono.
E poi cos’è successo?
Poi è arrivato il burnout. Il corpo ha iniziato a parlarmi, ma l’ho ignorato fino a quando non è stato proprio evidente che non potevo più fare finta di nulla, mi veniva da piangere durante le riunioni. Ho lasciato il lavoro dipendente nell’anno delle Grandi Dimissioni, ho aperto la partita iva e sono entrata in un altro tunnel, con la differenza che adesso so prendermi cura di me e di confini ne metto eccome. Non solo: uso la mia esperienza per aiutare le persone a comunicare in modo sostenibile e autentico, senza farsi mangiare dalle piattaforme, dalla FOMO, dalla dipendenza da notifiche.
C’è qualcuno che vorresti ringraziare?
Mi visualizzo per un attimo agli Oscar e ti dico che dedico il mio salto, il mio cambiamento, a mio marito e alle mie ex colleghe e amiche più care che nel momento in cui mi hanno vista stare peggio mi hanno aiutata a dire basta e ad affrontare meglio il dopo e tutto quello che ho dovuto costruire.
E chi invece proprio no?
Il cattivo della mia storia è una visione del mondo del lavoro, soprattutto in ambito culturale, che punta a farti sentire sempre come se non avessi una reale alternativa e non potessi fare nulla per migliorare la condizione in cui sei, perché vivere l’editoria è un privilegio che non ammette discussioni, quindi devi farti spremere come un limone e via. Per fortuna adesso vedo intorno a me che questa mentalità sta iniziando a cambiare, anche grazie a chi inizia a parlare dei lati meno scintillanti del mondo dei libri.
E meno male. Quando il tuo umore ha bisogno di una spintarella, c’è qualcuno che ti ispira o a cui pensi?
Quando, per dirla con Giorgio Gaber, mi fa male il mondo, penso sempre a Marina Abramovic: il suo memoir Attraversare i muri è stata una delle letture più illuminanti del 2024. Nei momenti no mi tornano sempre in mente quelle pagine e mi dico: Se Marina Abramovic può digiunare per 16 giorni mentre fa performance in cui sta immobile per 8 ore, tu puoi sopravvivere a questo problema/scoramento. Per non dimenticarlo l’ho scritto anche su un post-it.
C’è un oggetto o un luogo o una canzone o una foto, insomma qualsiasi cosa che simboleggi la tua storia?
Il balcone della casa dei miei genitori, a Benevento: quando ero piccola mi piazzavo lì, al terzo piano, e interrogavo chiunque passasse sotto casa: Dove vai? Che fai? Penso sia nata lì la mia curiosità per i fatti e le persone, da sempre la scintilla che mi tiene acceso lo sguardo e mi fa venire voglia di imparare ancora, scoprire ancora, reinventarmi ancora, fino alla prossima rivoluzione.
Un consiglio per chi si trovasse in una situazione simile a quella che hai vissuto tu, o che daresti alla Valentina del passato.
Parla il prima possibile del disagio lavorativo che stai vivendo, senza farti macerare dentro i problemi, perché più li sminuisci, più loro crescono, lievitano, fino a quando non arrivi a scoppiare. Non sei il lavoro che fai e non è vero che non esistono altre strade: le alternative non sono magiche, facili o veloci, ma ci sono. Prima ti prendi cura di te, prima le vedi.
Ultima domanda, mentre ti ringrazio di essere stata in Controra e ti abbraccio da qui: consigliaci l’ultima cosa che ti ha veramente colpito: un libro, un viaggio, una serie tv, un film, una canzone, quello che vuoi.
Ho visto uno spettacolo di Silvio Gioia, maestro delle ombre, e ho provato una felicità bambina che non sentivo più da moltissimo tempo, una luminosa e pura meraviglia: è stato come sentirmi sciogliere un grumo dentro, mi ha commossa fino alle scarpe. Se passa dalle vostre parti, vi consiglio davvero di non farvelo scappare.
Io ringrazio Valentina per tutto quello che è successo e per una consapevolezza che mi aiuta ogni giorno: le scintille sono dentro di noi da sempre, bisogna solo farle brillare.
E a te che leggi ricordo, come sempre, che la prossima stanza potrebbe ospitare la tua storia, se ti va; ma puoi anche suggerirmi di invitare qualcuno che ne abbia una davvero imperdibile! A presto, 🌸
Grazie Stefania e sempre viva Controra!
Vale bambina che interroga i passanti dal balcone è un’immagine bellissima! Grazie ad entrambe per questa puntata 🩷