Ciao, buona domenica! Chi ha pronunciato la frase tra virgolette te lo dico dopo (non googlare). Se sei una delle tante persone arrivate ultimamente, sappi che questo è un posto un po’ diverso dagli altri, immagina di venirmi a trovare e io ti dico un po’ di fatti, mi lamento, ti faccio una testa così e ti mostro un sacco di cose che secondo me devi assolutamente conoscere. Più o meno funziona così, nella realtà tu la aprirai e riaprirai senza fretta, quando trovi il momento giusto. Di tanti nuovi arrivi devo forse ringraziare
che ha mi ha accolta nella sua ultima Linguetta, dal titolo A meridione, e ne son felice perché Controra è nata pensando alle mie estati al sud, a quello spirito e anche a quella lingua, che sono parte del mio modo di pensare e approcciarmi alle cose. Poi fammi ringraziare dell’accoglienza fantastica che ho ricevuto dopo il trasloco da Mailchimp. C’è chi mi ha invitato a prendere un caffè a casa sua e anche chi mi ha portato un pensierino:Come stai? Io disfatta, tra i soliti dolori cronici, polveri sottili, tragedie che incombono da tutti gli schermi e fatiche residue della settimana sanremese. Immagino che l’argomento ti esca dalle orecchie, ma lasciami dire solo poche parole: il Festivàl è una cosa seria perché ci permette per qualche giorno di fingere di stare senza pensieri, tra meme fantastici e battute degne dei migliori autori (dove con migliori autori non intendo quelli di Sanremo ma quelle sui social). E poi perché è una rappresentazione perfetta del nostro Paese: gente che non molla la poltrona nonostante l’evidente incompetenza, guizzi geniali che ti illudono, italiani veri non percepiti come tali, sistemi che non funzionano (sto ancora aspettando il conteggio del mio voto), categorie da ripensare drasticamente e la solita platea di Guelfi e Ghibellini - ma in versione fandom, per adattarsi ai tempi - che vota solo e sempre per tifo. Ma parliamo d’altro, con adeguato sottofondo, come di consueto.
4 chiacchiere (sulla fatica di capire)
(e sulla tua di dover aprire tutti i link!)
“Immagina un mondo dove le informazioni non sono affidabili.” Secret Invasion - S1/Ep1
L’altro giorno ascoltavo questo episodio del podcast di
. L’argomento era il lavoro ma, nel mio consueto saltare mentalmente di palo in frasca, ho trovato le sue parole sul costante “dubbio dell’incompetenza“ e sulla fatica di starci dietro, molto calzanti con quello che faccio tutti i giorni. Se sei vintage come me, forse ti ricorderai di quell’età dell’oro in cui avevamo delle certezze: nascevi, crescevi, studiavi, sceglievi i tuoi quotidiani e il tuo tg ed eri ragionevolmente certa di avere gli strumenti per conoscere i fatti e interpretarli.A un certo punto, in un tutto sommato breve lasso di tempo, culminato con il disastro informativo durante la Pandemia, ho capito che non potevo più fidarmi di come fatti e notizie mi arrivavano, perché certi filtri non funzionavano più. Non so individuare esattamente il momento preciso in cui ho percepito il pericolo incombente, ma direi che dev’essere accaduto più o meno quando la mia panettiera ha cominciato a pensarsi più competente di uno tipo Draghi (Mario, torna! ti aspettiamo con la nostra faccia sotto ai tuoi piedi). Uno vale uno: slogan molto bello finché quell’uno, fino ad allora relegato a sproloquiare in qualche gruppo Facebook, non diventa ministro.
In quel momento è diventato chiaro che una battaglia campale della mia esistenza non sarebbe stata quella - vana - contro la faccia che crolla, ma quella contro la disinformazione. So che stai pensando che anche questa è probabilmente vana, e che perirò sul campo di battaglia, ma che non si dica che non c’ho provato. E’ questo il motivo per cui gran parte della mia giornata è dedicata a: newsletter, podcast, giornali e riviste, rastrellamento di siti e social network alla ricerca di notizie verificate e approfondimenti non partigiani (il tutto necessita di un bagaglio di nozioni che vanno dal diritto alla biologia, e dove sono le lauree honoris causa che mi merito). Sono nata con questa croce che devo capire il più possibile, e dove non capisco perché non ho gli strumenti mi affido a chi ne sa più di me.
La crisi dell’informazione è un gigantesco blob che si autoalimenta e che crea ulteriori mostri, e tutto è reso ancora più complesso dai rischi legati all’uso scriteriato e senza regole dell’intelligenza artificiale*, dai cronici problemi degli algoritmi social e dai nuovi obiettivi della disinformazione:
Nel mio piccolo, facendo una fatica bestiale, cerco di metterci una pezza incoraggiando la mia curiosità, e consultando le fonti che ritengo attendibili. E penso che sia una grande fortuna e un privilegio, nonostante tutto, avere a disposizione una massa gigantesca di materiale culturale, spesso offerto gratuitamente, come fonte di apprendimento e approfondimento, e lo spiega bene
qui. Certo, come dice giustamente Domitilla nel podcast, il mondo non posso salvarlo solo io, ma finché mi reggono vista e dita per scrollare, e tempra per tollerare che quello che capisco mi getta nel più totale sconforto, farò il possibile.*che poi, stiamo qua a preoccuparci dell’IA quando basta creare un profilo palesemente falso e la gente gli va dietro (senza perdere il diritto di voto)
Cose da cliccare, guardare, gustare, salvare
(se ci avanza tempo, tra un debunking e l’altro)
Direttamente dal mio pozzo senza fondo, un po’ di cose che ho pensato potessero piacerti:
Serie tv (e film): non capisco questo voler paragonare a tutti i costi la stagione 4 di True Detective alla prima, mitologica e irraggiungibile; TD è una serie antologica, con elementi ricorrenti e alcuni gustosi easter egg che ritornano, quindi godiamocela!
Io ho trovato tutto affascinante: le atmosfere (che ricordano uno dei miei profili preferiti), l’incastro tra minacce sovrannaturali e mali umanissimi, un femminismo spiccio, concreto, senza retorica e fronzoli e perciò davvero efficace, e ovviamente la Foster, splendida nelle sue rughe piene di vita e nello sguardo disperato e fiero. Se l’hai finita, hai nostalgia delle notti polari dell’Alaska e non temi i vampiri, potresti ripescare Trenta giorni di buio, un horror che fa il suo, con godibili rimandi visivi ai fumetti (da cui la storia è tratta) e al genere western. E poi c’è Josh Hartnett, convincente e anche discretamente bono, quindi.
Consigli di lettura: anche qui ripesco qualcosa letto tempo fa.
In epoche diverse, il poeta Wystan Auden e la giovane scrittrice Dora condividono la difficile esperienza di ritrovarsi nella scostante e difficile cittadina scozzese di Helensburgh, dai panorami aspri e dal clima, anche umano, gretto e respingente.⠀La loro natura di outsider in un ambiente che li combatte come un virus, e la loro comune disperazione, li avvicinerà in maniera sorprendente.
“Sono un giovane uomo, con i capelli castani e un libro di poesie. Telefonate a Helensburgh 120 e chiedete di Wystan.”
Newsletter: La Spada nella roccia è la nl di Luciana Grosso sulle cose europee di cui proprio non posso fare a meno. Ha appena compiuto 5 anni e le auguro il meglio, perché mi riconosco moltissimo nella testardaggine con cui persevera nel cercare di capire e spiegare perché:
E ora svagati un po’:
un profilo che adoro, qui alle prese con dei pancake del XVI secolo
un vestito misterioso…
ciò che Instagram era e dovrebbe ritornare: splendide foto
o contaminazioni superbe!
benessere estremo: La Maison du Pastel
per non parlare di questo: la nascita della teoria dei colori
una di quelle long read che a breve diventeranno un docu-qualcosa su Netflix
E finiamo, come sempre, con uno screenshot: un perfetto Mario Filloley sulla fatica di prima:
Vado a cambiare le lenzuola nella stanza degli ospiti, devo preparare tutto per la prossima ospite in arrivo prestissimo. Stammi bene🌸
(la frase pare l’abbia pronunciata Michelangelo a 87 anni, ma vai a sapere se anche questa non è una fake news)
Controra è gratuita, ma se vuoi supportare le mie spese oculistiche per le diottrie perse in anni di ricerca di contenuti, puoi sempre fare quella cosa del caffè (se cogli la citazione ti voglio molto bene!)
E se vuoi scrivermi io rispondo sempre, mica come chi lo dice e non lo fa!
Felice di stare dentro questa puntata di Controra, grazie per la menzione Stefania.
Quanto è vera la cosa che dici sulla fatica di capire. E se c'è una cosa che lo tiene su, il mondo - o almeno le orbite di tanti mondi individuali che si intersecano - , è la curiosità.
Grazie Stefania, hai dato voce a un malessere che cova da tempo anche in me, questa fatica di accertarsi, verificare, confrontare ogni cosa letta, detta, sentita. Se fino a un po' di anni fa era mosso da curiosità e voglia di, oggi è mosso prima di tutto da necessità