Accomodati nella dépendance di Controra. Te l’hanno inoltrata? Puoi iscriverti qui.
In questo spazio troverai racconti di vite che hanno cambiato direzione, di idee e piani che, a un certo punto, hanno preso una forma diversa. Qui si rifugge la retorica del se vuoi puoi, perché la vita è questione di scelte ma anche di svolte fortunate. Vuoi raccontarmi la tua storia? Scrivimi!
"Le mani che lavorano sono più sante delle labbra che pregano." Sant'Agostino
Ciao, buona domenica. Oggi ti faccio conoscere una persona che attraverso il viaggio e la ricerca ha inventato un modo personalissimo e affascinante di dare nuova vita alle cose, rendendole ancora più preziose. La trovi anche qui.
Ciao Fatima, accomodati e raccontaci la tua storia.
Sono Fatima Casalenuovo, classe 1986, nata nelle colline verdi del sud dell’India, nello stato del Kerala, e adottata all’età di un anno in Emilia. Dopo il Diploma al liceo artistico e la Laurea in studi orientali, ho proseguito il mio percorso attraverso viaggi e nuovi incontri, e frequentando un corso di restauro ligneo in una bottega di quelle ancora vecchio stampo. Ciò che però mi ha da sempre guidata ed accompagnata è stata la riflessione intorno al tema ed al concetto di identità. Così sono nati i miei progetti: prima Rekrei ® con le sue creazioni RekreiMade, oggetti di design che realizzo in prima persona, creando piccole collezioni come la “Collezione Musicale” o la “Collezione Teranga”, o oggetti singoli; e, dopo qualche anno l’Artigianato Identitario®.
Ecco, spiegaci bene di cosa si tratta, è una cosa che mi ha molto colpita.
L’Artigianato Identitario® è il cuore poetico del mio lavoro, e affonda le sue radici in quella che è anche la mia storia di adozione che mi ha portato negli anni ad avvicinarmi al tema dell’identità, che continua tutt’ora ad essere al centro dei miei studi e delle mie riflessioni. Con il tempo, ho sviluppato una vera e propria ricerca sul campo, che si relaziona agli oggetti e agli spazi. Tutto è nato grazie ai viaggi in giro per il mondo ed agli innumerevoli cambi di città in Italia che hanno fatto emergere in me la consapevolezza di quanto gli oggetti che mi accompagnavano fossero simbolo e narrazione della mia storia identitaria. Sceglievo e portavo con me solo alcuni degli oggetti che per me avevano un significato. In effetti, quegli oggetti scelti parlavano di me perché mi risvegliavano un sentimento, un’emozione, un ricordo, come se fossero contenitori vivi della mia identità. Mi sono così resa conto di come oggetti e spazi potessero essere la materia con la quale raccontiamo noi stessi, la nostra identità, che per me rappresenta l’insieme poliedrico e sfaccettato del nostro Essere, fatto di ricordi, storie, emozioni. Così è nato questo mio lavoro, che vede nell’Artigianato Identitario l’intricato processo di traduzione e racconto dell’identità dei miei clienti attraverso oggetti e spazi, in cui possano riconoscersi davvero.
In pratica, quando qualcuno ti contatta tu ti fai raccontare la storia dell’oggetto che ha scelto, e da quella trai ispirazione per creare o ri-creare quell’oggetto che diventerà un pezzo di artigianato identitario: contenitore della storia identitaria della persona. Ce ne sono di bellissime sul tuo sito. Per esempio, da questo racconto
“Della casa in cui ho vissuto ho l’immagine chiara di una poltrona di modernariato in legno con due grandi cuscini, tipicamente anni ’50 su cui mia madre si sedeva per allattare prima me e, cinque anni dopo, mio fratello. Faceva parte di un salottino composto da due poltrone e un divano di cui gli altri pezzi sono andati dispersi, erano stati comprati dai miei nonni materni per avere qualcosa su cui sedersi quando si erano trasferiti nella loro nuova casa, da Padova a Como.
Mia madre l’aveva portata con sé per avere qualcosa su cui sedersi nella sua nuova casa a Bergamo una volta sposata, e così ho pensato di portarla con me per avere qualcosa su cui sedermi nella mia casa nuova di Bologna, e già che c’ero anche successivamente in quella di Modena. Una sedia che ha sempre fatto parte della mia vita, come se fosse un piccolo utero in cui riposare.
è nata questa
e una gonna di broccato, con i colori della tradizione sarda, ha dato vita a questa
In questo tuo percorso, qual è stato il momento di svolta?
Il momento di svolta nel quale le cose hanno preso una direzione che è stata la sintesi di tanti piccoli e apparenti invisibili passi, è stato quando insieme al mio compagno abbiamo deciso di trasferirci in Puglia. E stata una scelta maturata profondamente e nel tempo a seguito di tanti trasferimenti, luoghi, lavori sempre più precari e instabili. Abbiamo scelto una vita in campagna dove costruire e dare forma e luogo ai nostri sogni e in un luogo abbandonato che abbiamo ricostruito con le nostre mani, sotto chiome di querce, sulla prima collina vicina al mare nel cuore della Valle d’Itria abbiamo creato Par Tòt!

Un luogo che è la nostra casa, ma anche un posto pensato come contenitore di bellezza e condivisione, un posto autentico, da condividere con le persone che desiderano fermarsi per ascoltarlo e viverlo e le cui stanze non sono solo luoghi dove fermarsi a dormire. Noi proviamo a fare un po’ la differenza lasciando spazio agli incontri e alle sinergie che si possono creare. Ci sono stati momenti in cui persone che non si conoscevano hanno poi creato progetti insieme, persone che hanno ritrovato l’ispirazione per tornare a dipingere, o che ci hanno scritto dopo un anno dicendoci di aver finalmente trovato quello che cercavano. Questo non è solo un ricordo, ma la soddisfazione più grande. In fondo abbiamo scelto di venire qui per costruire qualcosa in cui crediamo: cambiare la realtà con l’esempio. Ed è così che dentro a questo contenitore è nato poi l’Artigianato Identitario.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare?
Vorrei ringraziare tante persone in verità; quelle che nel loro piccolo mi sono state vicine e mi hanno incoraggiato e supportato. Mia mamma che mi ha sempre incoraggiata, mi ha insegnato a coltivare le passioni che avevo dentro e mi ha insegnato a non arrendersi. Mia sorella che mi è stata vicina e mi regalato presenza e sostegno anche in momenti difficili. E il mio compagno senza il quale ciò che sono, il luogo che abbiamo costruito e che giorno per giorno viviamo insieme, ed il lavoro che faccio, non sarebbero stati possibili.
Quando l’umore ha bisogno di una spintarella, c’è qualcuno che ti ispira o a cui pensi?
Penso a tutte quelle persone che hanno avuto coraggio, che hanno osato andare al di là di quell’ostacolo, di quel muro e a volte soprattutto di quella paura che ci abita dentro. Tutte quelle persone, sono quelle che ammiro. Penso a loro quando mi sento scoraggiata, arrabbiata e confusa.
Tu che con gli oggetti ci lavori, parlaci di un oggetto che simboleggi la tua storia.
È la mia scatola dei ricordi. Una scatola contenitore di tutti i frammenti del mio vissuto fino ad oggi (foto, bigliettini, cartoline, biglietti del cinema, dei voli, dei treni, disegni, conchiglie e foglie). La apro spesso, la capovolgo e mi fa guardare dentro. Un po’ come quello che fa l’Artigianato Identitario.
Lascia qui un consiglio per chi si trovasse in una situazione simile a quella che hai vissuto tu, o che daresti alla Fatima del passato.
Potrei dire di credere di più alle cose che si fa, anche se si è da soli a portarle avanti, anche se la propria autostima sembra un pezzo di groviera! Di non farsi troppi problemi, ma di salpare, perché ciò che si fa ha valore: un valore che prima di tutto è un nostro riconoscimento al di là dell’esito.
Io ti ringrazio e ti saluto con un’ultima richiesta: consigliaci l’ultima cosa che ti ha veramente colpito.
Un viaggio in Sardegna insieme al mio compagno, in Ogliastra, ed in particolare a Ulassai, luogo di origine di Maria Lai. Scoprire questa parte della Sardegna andando a trovare due amiche che ci hanno fatto visitare dei luoghi così intensi, dove tra le tante storie quella di Maria Lai mi è rimasta impressa. Un viaggio pieno di fili che si intrecciano, pieno di legami, proprio come le “stanze” che ci abitano dentro.
Mentre penso a quanto mi piacerebbe scrivere Controra all’ombra degli alberi di Par Tòt, ti ricordo che la prossima stanza potrebbe ospitare la tua storia, se ti va; ma puoi anche suggerirmi di invitare qualcuno che ne abbia una davvero imperdibile! A presto, 🌸
Brave tutte e due....mi commuovo sempre quando le mie letture incontrano cuori operosi dedidi alla condivisione
L’artigianato identitario è un progetto ambizioso e dal valore inestimabile, come tutto quello che dona benessere all’anima.